venerdì 30 marzo 2012

A Thousand Years Under the Sun



Nome: A Thousand Years Under the Sun

Autore: Matthijs Holter

Data di Pubblicazione: Dicembre 2011

Prezzo: Il gioco si scarica liberamente dal sito dell'autore
La settimana scorsa al Play 2012 ho avuto la possibilità di incontrare Matthijs Holter, l’autore dei già recensiti Zombie Porn e Love in the Time of Seið. Mi sono fatto autografare Zombie Porn, e pare che l’autore sia tra l’altro rimasto piuttosto colpito da questa mia richiesta. Abbastanza da farmi una foto col cellulare, a me col mio Zombie Porn autografato, tanto perché la cosa non andasse perduta.

Nell'egocentrica e vanagloriosa speranza che tale foto fosse stata pubblicata sul suo blog sono ovviamente corso su Nørwegian Style (il suo blog, appunto), scoprendo due cose. La prima è che non aveva pubblicato la foto del sottoscritto (ah, ma ogni cosa ha suo tempo). La seconda è che qualche mese fa ha pubblicato un gioco gratis di nome A Thousand Years Under the Sun.

Incuriosito dal titolo (sapete che a me questi titoli cosmici gasano un sacco), me lo sono scaricato, l’ho giocato, e ora lo recensisco.

Il gioco è particolarmente intrigante. È un gioco cosiddetto nordico: niente dadi o altra roba aleatoria. Le meccaniche prevedono l’utilizzo di carta e matita.

Fondamentalmente, i giocatori andranno progressivamente componendo un disegno, e con esso la storia del mondo di gioco.

Sul foglio iniziale si disegna inizialmente un paesaggio (“le steppe”). Si mette qualche montagna, delle foreste, rocce…

A partire da un primo giocatore poi ognuno avrà varie possibilità tra cui scegliere durante il proprio turno. Ogni giro completo di giocatori equivale a 100 anni.

Tra le possibilità a disposizione del giocatore di turno c'è quella di aggiungere un elemento al paesaggio iniziale: in tal caso lo disegna, dice di che cosa si tratta, e mette di fianco a lui una sorta di arco vitale (growth arc, in lingua originale). La quantità e il tipo di archi vitali è limitato: si differenziano in base alla loro lunghezza.

Ogni arco vitale infatti ha un certo numero di “tasselli” per la crescita e la caduta, e in cima hanno il proprio apice. Quando un giocatore vuole rimaneggiare un elemento inserito precedentemente sul disegno, deve prima controllare che l’arco glielo permetta.

Se rimangono posti disponibili sulla parte della crescita, infatti, un giocatore può osservare quell’elemento crescere; in tal caso il giocatore aggiunge anche la sua iniziale nel primo tassello disponibile sull'arcata della crescita, aggiunge o modifica qualcosa nel disegno, e parla di un personaggio che durante questo periodo è stato coinvolto in ciò che ha descritto.

Se l’arco della crescita è completato si può osservare qualcosa raggiungere il suo apice, dopo di che l’unica scelta disponibile sarà quella di vederlo declinare, e infine morire. Anche in questi casi si procederà modificando il disegno e parlando di personaggi vissuti in questo periodo storico.

Il gioco termina, come suggerisce il nome del gioco, dopo 1000 anni. Cioè dopo che ogni giocatore si è fatto 10 turni. La partita può anche finire prematuramente nel caso finiscano gli archi vitali, eventualità che può presentarsi dato che si può “tagliare” osservando morire qualcosa prima che questo raggiunga il suo apice, e dunque l’arco vitale finisce più velocemente del previsto.

Essendo il gioco tutto qui, mi è parso che sia giocabile davvero da chiunque, persino dei bambini (trai playtester ci sono, credo, moglie e figli dell'autore, per dirne una). La cosa ha determinate conseguenze: una tale libertà narrativa quasi incontrollata risulta effettivamente piacevole, ma permette di introdurre nel mondo di gioco praticamente ogni tipo di elemento. Da noi a un certo punto sono arrivati dei misteriosi visitatori dallo spazio che non c'entravano proprio nulla (tra l’altro scomparsi il turno immediatamente successivo per mano dello stesso giocatore che li aveva inseriti), mentre trai disegni di esempio presenti sul manuale vedo un meteorite. Che a dire il vero può ben avere tutto lo stile che vuole, ecco, però appunto la situazione ammetterete che può anche sfuggire di mano.

Forse la cosa è evitabile stabilendo prima dei limiti e delle convenzioni tra i giocatori. È un giochetto sfruttato fin troppo facilmente nei giochi di ruolo, ma qui credo che potrebbe avere una sua felice applicazione nell’impartire quantomeno un certo “senso creativo comune” trai giocatori. Perché magari uno si impegna nel mettere roba epica nel mondo di gioco, poi arriva uno che gli fa arrivare un’invasione di robot armati di lattine di Coca-Cola Lite che esplodono mediante un sistema a mentos. È un po' quello che si è verificato con i visitatori dallo spazio alla mia partita di martedì.

Per quanto si giochi disegnando non temete: non serve essere usciti dall'accademia di belle arti per giocare a A Thousand Years Under the Sun. Sono andato avanti per tutta la partita disegnando omini-stecco che facevano pietà, e questo non ha assolutamente impedito il normale svolgimento della partita. Vorrei comunque vedere quattro o cinque persone capaci di disegnare sul serio alle prese con questo gioco. Riprenderei tutto con una visuale dall'alto, ne farei un filmato in HD e lo velocizzerei a 10x per vedere il disegno che si compone a raffica.

Chiudo con una curiosa annotazione: non so se sia normale, ma alla partita che ho fatto si è verificato quel curioso effetto in cui i giocatori decidono di appuntarsi tutto quello che emerge. Turno per turno, secolo per secolo, ci siamo scritti su un foglio le varie sotto-trame che si creavano, con nomi e cognomi delle persone  mao a mano coinvolte, come se volessimo fare si che la visione d'insieme non andasse perduta. E pubblicheremo la cosa su un qualche forum, potete starne certi.


PRO:
- Carinissima l'idea del giocare disegnando. Non so se è la prima volta che l'idea emerge, ma di sicuro è la prima volta che mi capita di farlo;
- Per la prima volta ho davvero l'impressione che questo sia un gioco giocabile anche da dei bambini.

CONTRO:
- Bisogna auto-imporsi dei limiti per cercare di non inserire idiozie;
- Per la verità non è chiarissimo quale sia il numero ottimale di giocatori.

SINTESI:
Il sistema è semplice, si legge al volo, e bastano un foglio e qualche matita per giocare. A Thousand Years Under the Sun è figo ed è pure gratis (è sempre un buon incentivo). È uno di quei giochi che si dovrebbero trovare più spesso gratuitamente sui blog degli autori. Fortuna che Matthijs Holter di giochi gratis ne fa a manetta.

1 commento: